Intervista a Jacques Ducrest

Occorre garantire l’attuazione concreta degli obiettivi di sviluppo sostenibile

A colloquio con Jacques Ducrest, delegato del Consiglio federale all’Agenda 2030

Jacques Ducrest*

Quali sono a suo avviso i punti più importanti dell’Agenda 2030?

Adottando l’Agenda 2030 per lo sviluppo sostenibile nel 2015, gli Stati membri dell’ONU si sono dotati di un quadro di riferimento globale, una sorta di bussola, per affrontare insieme le grandi sfide globali di oggi, come la povertà estrema, il cambiamento climatico, la distruzione ambientale o le crisi sanitarie.

L’Agenda 2030 si applica a tutti i Paesi – al Nord e al Sud del pianeta e stabilisce le priorità per lo sviluppo sostenibile entro il 2030. Tutti gli Stati membri dell’ONU, compresa la Svizzera, si sono impegnati politicamente ad attuare l’Agenda 2030 a livello nazionale e internazionale e a sviluppare le politiche e le strategie necessarie a tal fine.

I 17 Obiettivi di sviluppo sostenibile costituiscono la pietra angolare dell’Agenda 2030, un pacchetto equilibrato con cinque dimensioni: persone, prosperità, pianeta, partenariati e pace.

L’Agenda 2030 si basa quindi sul concetto tradizionale di sviluppo sostenibile, che tiene conto della dimensione sociale, economica e ambientale.

Incorporando i concetti di pace e partenariato, riconosce anche l’importanza fondamentale delle relazioni pacifiche, dello Stato di diritto e del buon governo per lo sviluppo sostenibile. La nozione di partenariato evidenzia la necessità di coinvolgere tutti gli attori nell’attuazione dell’Agenda 2030, vale a dire – per quanto concerne la Svizzera – la Confederazione, i Cantoni, i Comuni e la società nel suo insieme (ambienti scientifici ed economici, mercato finanziario, società civile, ecc.).

Ognuno di noi può, al proprio livello, contribuire alla realizzazione dell’Agenda 2030!

In quali ambiti ci sono più progressi e dove si registrano invece le maggiori difficoltà?

La comunità internazionale ha fatto progressi nei settori dell’istruzione o della salute, ma deve affrontare grandi sfide se vuole raggiungere – per esempio – gli obiettivi relativi alla lotta contro la povertà e la fame, l’accesso all’acqua o all’energia sostenibile. Nelle aree della malnutrizione, dei modelli di produzione e di consumo, della biodiversità o della conservazione e dell’uso degli oceani e dei mari, la situazione tende addirittura a peggiorare. Per invertire questa tendenza, il segretario generale delle Nazioni Unite ha chiesto, nel settembre 2019, un decennio di azioni concrete da parte della comunità internazionale per attuare l’Agenda 2030.

La pandemia non ha migliorato la situazione. Il COVID 19 ha notevolmente rallentato l’attuazione dell’Agenda 2030 in tutto il mondo e sta influenzando il finanziamento dello sviluppo sostenibile. Alcuni dei progressi fatti in 10 anni sono stati cancellati in un anno! Ma grazie all’Agenda 2030, la comunità internazionale dispone di un quadro per una ripresa più resiliente e sostenibile.

Cosa significa in buona sostanza questo tipo di iniziativa per la Svizzera?

La Svizzera attribuisce grande importanza all’attuazione dell’intera Agenda 2030, che costituisce il quadro di riferimento della sua politica di sviluppo sostenibile. Il nostro Paese è già a buon punto nella realizzazione di diversi obiettivi.
Per esempio, ha un sistema educativo di alta qualità e un buon accesso all’assistenza sanitaria per la sua popolazione. Tuttavia, ulteriori sforzi sono ancora necessari in alcune aree.

Nella sua strategia di sviluppo sostenibile 2030, adottata il 23 giugno 2021, il Consiglio federale ha quindi definito tre temi prioritari che richiedono un impegno particolare da parte della Svizzera:
1. Consumo e produzione sostenibili
2. Clima, energia e biodiversità
3. Pari opportunità e coesione sociale.

Nel quadro dell’attuazione dell’Agenda 2030, la Confederazione sta lavorando per integrare gli obiettivi di sviluppo sostenibile nelle sue diverse politiche e strategie. Per esempio, la sostenibilità è diventata un tema prioritario nella strategia di politica estera 2020-2023, 19 nella strategia di politica estera digitale 2021-2024 e nella strategia di cooperazione internazionale 2021- 2024.

Infine, la Svizzera intende garantire che gli Obiettivi di sviluppo sostenibile siano attuati in modo concreto e ha pertanto sostenuto fin dall’inizio la necessità di un meccanismo di revisione.
A questo proposito, gli Stati membri dell’ONU hanno accettato di riferire regolarmente su base volontaria in merito all’attuazione a livello nazionale dell’Agenda 2030, indicando le opportunità e le sfide.
La Svizzera ha presentato il suo primo rapporto all’ONU nel 2018 e presenterà il suo secondo rapporto nel 2022. A tal fine, il Dipartimento federale degli affari esteri ha lanciato – grazie a un apposito strumento digitale (SDGital2030) – un’ampia consultazione all’interno e all’esterno dell’Amministrazione federale sullo stato di attuazione dell’Agenda 2030 da parte della Svizzera, sulle misure adottate dal 2018, sui progressi compiuti e sulle sfide che rimangono. I risultati di questa consultazione saranno pubblicati nella primavera del 2022 su un sito web dedicato.

Che ruolo possono avere su questo versante le imprese?

L’Agenda 2030 non si rivolge solo alle autorità federali, cantonali e comunali. La sua attuazione richiede l’impegno e il contributo di tutti gli attori, del settore scientifico, economico, finanziario e della società civile.
Lo sviluppo sostenibile è un compito della società nel suo insieme.

Nella sua strategia di sviluppo sostenibile 2030, il Consiglio federale riconosce il ruolo dell’economia come forza motrice dello sviluppo sostenibile. Infatti, mediante condizioni quadro favorevoli, essa può dare un contributo significativo al raggiungimento degli obiettivi di sviluppo sostenibile. L’Agenda 2030 serve anche come quadro di riferimento per le imprese.
Esse possono scegliere quali obiettivi di sostenibilità sono prioritari internamente (ad esempio le pari opportunità o la formazione continua), sul campo (ad esempio le infrastrutture), nella catena del valore e infine nel mercato.

L’Agenda 2030 offre quindi alle aziende l’opportunità di cercare situazioni vantaggiose per sé stesse e per la sostenibilità e le aiuta a bilanciare gli aspetti economici, sociali ed ecologici. Economia e sviluppo sostenibile non sono antagonisti, al contrario!
Lo sviluppo sostenibile è la base dell’azione imprenditoriale, poiché è l’unico modo per garantire il successo economico a lungo termine. È quindi importante che le imprese possano definire il loro impegno per lo sviluppo sostenibile in modo volontario e indipendente, nel rispetto delle condizioni quadro.

È possibile realizzare una specifica cooperazione italo-svizzera per l’Agenda 2030?

Gli obiettivi dell’Agenda 2030, che gli Stati membri dell’ONU si sono impegnati ad attuare sia a livello nazionale che internazionale, coprono quasi tutte le politiche settoriali.
Che sia nel campo dei trasporti (trasferimento strada-rotaia), dell’ambiente, della salute o dell’educazione, l’Agenda 2030 offre quindi alla Svizzera e all’Italia molte opportunità di cooperazione in una prospettiva di sviluppo sostenibile. Non per caso, la sostenibilità è quindi parte integrante dei numerosi dialoghi bilaterali (trasporti, energia, ambiente, ecc.) tra i due Paesi.

* Ha studiato giurisprudenza alle Università di Neuchâtel, Mannheim e McGill di Montréal. Nel 1998 è entrato nel servizio diplomatico della Confederazione.
Dal 1° settembre 2017 è vice capo della Divisione prosperità e sostenibilità del Dipartimento federale degli affari esteri, che garantisce la coerenza delle politiche estere settoriali con la politica estera della Svizzera e affronta le sfide attuali mediante un approccio trasversale.
In questa funzione il 22 marzo 2019 è stato nominato delegato del Consiglio federale dell’Agenda 2030. È responsabile del Comitato direttivo Agenda 2030, l’organo di gestione e coordinamento per la politica di sviluppo sostenibile a livello federale.

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