Intervista ad Alessia Cappello, Assessora allo Sviluppo Economico e
Politiche del Lavoro del Comune di Milano
Oggi lo sviluppo economico è definito da parametri quali diversità, inclusione e pari opportunità. Come impattano, nel concreto, la crescita delle imprese?
“Oggi le aziende che vogliono restare sul mercato e com- petere a livello globale non possono fare a meno
di ispirarsi a modelli di business collaborativi,
sostenibili e inclusivi. Pensiero critico, le-
adership sostenibile e diversità nell’ap- proccio sono leve che non possono prescindere dalle pari opportunità professionali. Le pari opportunità non devono però essere scritte solo sulla carta, bensì declinate in azioni concrete
che vanno dal supporto a tutti gli strumenti di conciliazione oggi disponibili a livello aziendale per favorire l’equi-
librio vita-lavoro, al sostegno a politiche di effettiva parità retributiva e ad azioni di sensi- bilizzazione interne ed esterne per Favorire un cambiamento culturale che non è ancora scontato, neanche per quelle imprese che redigono il bilancio di genere e si impegnano nel monitoraggio dei progetti messi in campo.
Ogni azienda può investire in questa nuova prospettiva a seconda dei bisogni, delle priorità dei suoi dipendenti e delle possibilità, tenendo però conto del fatto che qualunque di queste azioni tradotta in piani precisi e strutturati, influenza positivamente lo sviluppo dell’impresa. I parametri di cui abbiamo appena parlato, infatti, impattano in maniera diretta e misurabile sulle performance aziendali, sulla competitività, sul business e aiutano nella sfida a trattenere i talenti, oggi non banale date le attuali difficoltà da parte di diverse aziende nel reperire personale adatto a ricoprire le posizioni aperte e dato il recente fenomeno delle Great Resignation. Un buon equilibrio vita-lavoro, ad esempio, è uno dei driver fondamentali che spingono oggi a scegliere un’azienda o a lasciarla. L’investimento sul talento femminile è conveniente per il Paese e per tutto il tessuto imprenditoriale, e noi come Comune di Milano, lavoriamo da anni in questa direzione.”
Quali sono i progetti che il Comune di Milano ha messo in campo per aumentare la partecipazione femminile al mercato del lavoro?
“Fin dall’inizio del mio mandato mi sono spesa per promuovere politiche inclusive, e non solo di genere.Un impegno che ho condiviso con i firmatari del nostro Patto per il lavoro, istituito nel 2022 dal Comune di Milano in collaborazione con sindacati, imprese, istituzioni, settore della formazione e del Terzo Settore. Abbiamo voluto investire nell’empowerment femminile attraverso il progetto di mentorship con l’intenzione di incoraggiare l’ambizione e la leadership di giovani donne tra i 16 e i 30 anni, affiancandole a figure senior nel loro settore lavorativo. I risultati sono stati eccellenti, motivo per cui replicheremo il progetto anche quest’anno.
Inoltre il Patto per il lavoro ha introdotto una indicazione importante: nelle gare di appalto del Comune costituisce premialità per l’impresa l’aver conseguito la certificazione di genere.
Abbiamo inoltre deciso di investire sul tema della certificazione di genere perché crediamo, e desideriamo fortemente, che la città di Milano faccia la differenza in questo campo. Abbiamo a questo proposito appena approvato il Piano strategico ‘Politica per la parità di genere’, che contiene gli indirizzi e le azioni volte a promuovere l’uguaglianza di genere secondo le specificità dell’Ente. Sono infatti convinta che sia doveroso da parte di chi si occupa della cosa pubblica creare un impulso positivo, attraverso politiche attive ma anche mettendo in atto buone pratiche che possono spingere le aziende ad adottare politiche più eque e inclusive.”
Lei ha detto che deve a sua figlia un futuro senza rinunce per diventare madri. Ma come è possibile? Qual è il futuro che si immagina?
“Sogno un futuro in cui una donna non debba scegliere tra la carriera e la famiglia. Immagino un futuro in cui non si aboliranno le diversità ma si sapranno riconoscere e valorizzare in ogni contesto, indipendentemente dalla propria identità di genere, orientamento sessuale, etnia o background culturale.”