La Svizzera. Il fattore H: essere umani in un mondo in evoluzione 07 Aprile 2025

GUARDARE AL FUTURO CON FIDUCIA

Contributo a cura del Consolato generale di Svizzera a Milano e della Scuola Svizzera Rahn Education Milano

Uno dei tasselli più antichi della presenza svizzera a Milano, con al suo attivo più di 100 anni di attività nel capoluogo lombardo,
la Scuola Svizzera cambia la pelle. Ma non la sostanza.


Al termine di un lungo periodo di incertezza dovuto ad una situazione finanziaria sempre più difficile, nel giugno scorso un’Assemblea generale straordinaria si è pronunciata a favore dello scioglimento dell’Associazione e alla creazione di una Fondazione, nonché all’adozione di un nuovo statuto entrato in vigore il 1° settembre 2024. Tradizionalmente riconosciuta per l’alto contenuto delle proposte didattiche, per il suo modello bilingue e una forte identificazione ai valori svizzeri (“Swissness”), la Scuola pur cambiando nome, a sottolineare il partenariato concluso con Rahn Education ente senza scopo di lucro con sede in Germania e che raggruppa nel suo seno una quarantina di scuole in varie nazioni si promette di rimanere una scuola svizzera. Si ricorda in questa sede che, grazie in particolare al patrocinio esercitato dal Cantone dei Grigioni (oltre a quello del Canton Ticino), la maturità si consegue dopo 4 anni e apre le porte a tutte le università, comprese quelle in Svizzera.

Il Consolato generale di Svizzera a Milano ha accompagnato la Scuola Svizzera durante il suo difficile percorso, quale membro osservatore nel Consiglio di direzione e partecipando alle riunioni dell’Assemblea generale. Non solo: si è anche fatto promotore di iniziative per avvicinare il settore privato svizzero alla Scuola e ha integrato ragazze e ragazzi della Scuola ad
eventi quali Emna Rumantscha 2024 e Pagina Bianca in Duomo durante Milano 4 Mental Health 2024. Nella nostra funzione, siamo più che mai determinati a proseguire su questa strada, convinti che le sinergie create siano a vantaggio di tutti. Un pranzo tra il Console Generale di Svizzera a Milano, Stefano Lazzarotto, e la nuova Direttrice, Dott.ssa Esther Lehmann, ha offerto lo spunto per uno scambio a 360°: scambio che proponiamo ai lettori sotto forma di un’intervista un po’ particolare.

Esther Lehmann ha seguito una vocazione: all’età di 7 anni, una maestra particolarmente motivata ha infuso in lei il desiderio, un giorno, di seguire le stesse tracce. Dopo esperienze lavorative presso altre scuole svizzere all’estero, che l’hanno portata da Bangkok a Roma, da settembre si trova a dirigere la Scuola di Milano.


SL: “Sul sito della Scuola si legge che si propone quale spazio per il confronto di idee e coltiva il senso di responsabilità dei circa 300 ragazzi e ragazze che la frequentano. Un bell’obbiettivo. Come lo realizzate?”


EL: “È uno degli elementi identitari più forti della Scuola. E vogliamo che i giovani stessi si identifichino in questi valori. Le faccio un esempio: durante l’open day sono stati i ragazzi a mostrare e presentare la loro Scuola agli ospiti. Tutti ne sono rimasti entusiasti. Un’altra dimostrazione? Attualmente è in corso un progetto pilota per attenuare l’impatto del passaggio, spesso difficile, dal livello Kindergarten alla scuola elementare. Ogni mercoledì bambini dei due livelli si mescolano per lezioni di musica, tedesco e sport. I più piccoli sono fieri di condividere questi momenti con i più grandi. E quest’ultimi si sentono responsabilizzati nel dover accompagnare i primi durante queste attività comuni.”

SL: “Capisco. E forse anche ai più grandi non dispiace ritrovarsi un giorno alla settimana in un ambiente ludico dove il gioco ritorna ad essere al centro dell’insegnamento. Progetti per il futuro?”

EL: “Mi piacerebbe coinvolgere di più i ragazzi a livello di assemblea studentesca. Affinché siano loro ad organizzarsi e gestirsi. L’obiettivo è sempre lo stesso: rafforzare il loro senso di responsabilità e di identificazione nel nostro progetto. Se poi ciò porterà ad un aumento delle ragazze e ragazzi iscritti: beh, sarebbe la quadratura del cerchio.”


SL: “Scuola Svizzera Rahn Education Milano. Rahn ha sede a Lipsia. E allora…?”


EL: “Con Rahn Education è iniziato un nuovo capitolo. È una chance per tutti. C’è un forte sostegno non solo finanziario ma anche di sostanza. In Rahn c’è una governance di primissima qualità. Hanno una risposta ad ogni domanda e sollecitazione. Possiamo veramente contare su di loro in questo momento di transizione. Questa professionalità ha un impatto su vari piani: dal corpo docenti, alle famiglie degli allievi…agli allievi stessi”. Non da ultimo, grazie alla solidità finanziaria di Rahn possiamo anche pensare più serenamente a degli investimenti strutturali.”


SL: “E la Swissness in tutto ciò?”


EL: “Non c’è pericolo per la Swissness. Internamente non è cambiato niente. Il personale, anche svizzero, è lo stesso. Il piano d’insegnamento 21 al quale aderiamo, e che tende ad armonizzare il sistema scolastico nelle scuole di lingua tedesca in Svizzera, non è messo assolutamente in discussione. È proprio nell’interesse di Rahn conservare, se non addirittura consolidare, questo elemento. Ripeto: nessuno vuole mettere in discussione tale modello. Senza contare che la presenza di Educationsuisse nel Consiglio di fnanziario dell’Ufficio federale della Cultura e il patrocinio cantonale forniscono garanzie supplementari.”

SL: “Nessuno, credo,nutre dei dubbi sul mantenimento dell’identità germanofona della Scuola. Quid delle altre lingue?”

EL: “Da noi gli studenti apprendono quattro lingue: oltre al tedesco praticano l’italiano, il francese e l’inglese. Quale altra scuola può offrire questo? Per i genitori, soprattutto italiani, è anche importante che il percorso di formazione italiano sia garantito: dobbiamo seguire il programma del Ministero dell’Istruzione, proporre tutti gli esami statali. Non tutte le scuole internazionali offrono questa possibilità. Le posso citare un aneddoto?”


SL: “La prego”


EL: “Qualche giorno fa, arrivando in ufficio, ho visto un giovane sui 25 anni che indugiava davanti alla Scuola. Gli ho domandato se potevo essergli utile. Lui mi ha spiegato che aveva frequentato la Scuola Svizzera, prima a Milano e in seguito a Roma, su espressa volontà dei genitori che nel passato erano stati a loro volta alunni della nostra Scuola. Con grande soddisfazione mi ha detto che, grazie in particolare alle conoscenze linguistiche acquisite, aveva trovato un lavoro in Oceania nel settore audiovisivo.”

SL: “Una bella storia…”


EL: “Si, e ce ne sarebbero tante altre da raccontare. Molti dei nostri studenti completano il loro percorso accademico in paesi quali gli USA, il Regno Unito, la Francia…Circa la metà tra di essi continua gli studi in Svizzera. Altri rimangono in Italia.”

SL: “Una nota personale se mi consente: mio figlio ha deciso di continuare gli studi superiori a Ginevra anche grazie alla presenza delle organizzazioni internazionali. Quanto è importante il contesto?”


EL: “Molto. E siamo grati al Consolato per coinvolgere i nostri studenti in numerose attività. Penso, ultimo esempio in ordine di tempo, alla sua presenza durante la Giornata mondiale sui diritti umani del 10 dicembre. C’è chi studia a Ginevra per la presenza dell’ONU? Bene: allora perché non studiare nella nostra Scuola in virtù della grande vicinanza al Centro Svizzero? Il segreto è di
portare l’esperienza ai ragazzi, affinché non vadano loro a cercarla altrove. Mi sono spiegata bene?”


SL: “Sì. Credo di avere capito il concetto. Parlando dei diversi contesti, ci sono forme di collaborazione con altre scuole svizzere
in Italia?”


EL: “Ci sono e le stiamo rafforzando. Una interconnessione naturale esiste con Bergamo dove non c’è il liceo. Spesso i loro studenti proseguono gli studi medio-superiori da noi. Con la stessa Bergamo organizziamo ogni anno la giornata sportiva. Mi aggiorno regolarmente con i colleghi di Catania, Roma. Scambiamo idee, materiale didattico. Ma vorrei fare di più.”


SL: “Vale a dire?”


EL: “Sarebbe interessante sviluppare dei progetti di scambio con delle scuole in Svizzera! Da valutare.”


SL: “Come vorrebbe concludere questo scambio un po’ particolare al ristorante del Centro Svizzero?”

EL: “Prima di tutto ringrazio la Camera di Commercio per lo spazio che ci ha dedicato in questa sede. Anche se la migliore pubblicità è il passaparola e la qualità dell’insegnamento, uno scambio come questo non potrà che giovare. Non da ultimo vorrei ringraziare i docenti per tutta la passione e il loro impegno quotidiano. È motivo di fierezza per la Scuola e per l’immagine della Svizzera nel mondo.”

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