La Svizzera. Il fattore H: essere umani in un mondo in evoluzione 07 Aprile 2025

DIGITAL TRANSFORMATION? IL MOTORE SONO LE PERSONE

Intervista ad Alessandro Rimassa, Co-fondatore e CEO Radical HR

Lei afferma che l’innovazione si costruisce con le persone al centro. In che modo?


“Spesso si pensa alle aziende e alle persone come due entità separate, ma le aziende sono fatte di persone. Il vero obiettivo è connettere le persone affinché possano dare il meglio, contribuendo al successo dell’organizzazione. L’innovazione è un processo imperfetto che richiede sperimentazione e confronto tra prospettive diverse. Per questo, un’organizzazione che vuole innovare deve mettere davvero le persone al centro, garantendo benessere, coinvolgimento ed empowerment. Quando le persone si sentono valorizzate, restituiscono all’azienda creatività, capacità di esecuzione e motivazione.

Questo genera un circolo virtuoso: persone più soddisfatte lavorano meglio, producono di più e portano innovazione. Se un’organizzazione non si occupa delle proprie persone, non è solo la produttività a risentirne, ma l’intero sistema aziendale rischia di fallire.”


Come il digitale ha trasformato il mondo del lavoro?


“Il 2020 ha dimostrato che la Digital Transformation non era stata realmente completata, ma appena iniziata. Il lockdown ha rivelato le lacune nei sistemi aziendali: connessioni inadeguate, strumenti inefficaci e una scarsa integrazione tra persone e tecnologia. Negli anni precedenti si era confuso il concetto di Digital Transformation con la semplice implementazione tecnologica. Ma la vera trasformazione digitale non riguarda solo la tecnologia: è un processo che coinvolge le persone.


Oggi, con l’intelligenza artificiale generativa, la sfida è rendere questi strumenti parte integrante del lavoro quotidiano. Non basta avere Copilot, Gemini o qualsiasi altro tool di AI: bisogna saperli usare in modo efficace, integrarli nei processi aziendali e sfruttarli per migliorare la produttività e l’interazione tra colleghi, clienti e fornitori.


Il futuro del digitale passa attraverso la People Transformation, ovvero la capacità di connettere tecnologia e persone per far funzionare davvero l’innovazione.”

Come sarà il lavoro del futuro?


“Il futuro del lavoro sarà basato sulle competenze, non sui ruoli fissi. Oggi le aziende assumono per specifici job title, ma il vero valore sta nelle competenze delle persone e nella loro capacità di adattarsi alle esigenze aziendali, che cambiano nel tempo. Se le aziende iniziano a connettere le persone ai loro reali talenti, scopriranno risorse interne più flessibili e versatili. Una persona che oggi ricopre un ruolo specifico potrebbe domani essere perfetta per un’altra posizione, se adeguatamente formata. In questo modo, l’azienda può rispondere più velocemente ai cambiamenti del mercato e valorizzare al massimo il potenziale dei suoi talenti.


Da qui al 2030, la vera trasformazione sarà passare da un modello job role based a un modello skill-based, in cui ogni individuo è valorizzato per le sue competenze, in costante evoluzione. Questo permetterà di creare aziende più dinamiche, resilienti e focalizzate sul futuro.”


Cosa cerca nelle aziende in cui sceglie di investire?


“Investo nelle persone. Non scelgo un’idea o una tecnologia, ma imprenditori e imprenditrici capaci di far accadere le cose. Nel mio percorso di investitore ho realizzato 14 investimenti e 3 exit, con un focus particolare sul settore ED Tech ed HR Tech, che conosco bene e dove posso offrire valore. Tuttavia, il punto centrale resta sempre il team: le persone giuste creano aziende vincenti, perché sanno generare un circolo virtuoso di innovazione e crescita. Ciò che vale per i dipendenti di un’azienda vale anche per chi la guida: serve una leadership capace di mettere in moto processi di cambiamento e adattarsi
alle sfide del mercato.”

Qual è stato il percorso che l’ha portata a fare l’imprenditore?


“La mia avventura imprenditoriale è iniziata a 39 anni con la creazione della Talent Garden Innovation School, la divisione education di Talent Garden, all’epoca un network di spazi di coworking. Nel tempo, l’education è diventata il cuore del progetto. Dal 2015 al 2020 ho guidato la crescita della scuola, fino a una fusione con le altre società del gruppo. Dopo un’exit parziale, sono rimasto socio, ma ho deciso di lasciare l’operatività per lanciarmi in nuove sfide. Nel frattempo, avevo creato una società di investimento, Happy2C, con cui ho iniziato a investire in startup. Nel 2021 poi ho fondato la ma terza impresa, Radical HR, un’azienda dedicata alla trasformazione in ambito HR e learning per le organizzazioni. Oggi stiamo crescendo rapidamente,
abbiamo aperto Future of Work House a Milano, un vero e proprio distretto dell’innovazione dei servizi in ambito risorse umane.”

Quali competenze sono fondamentali oggi per formare nuovi talenti?


“Ci sono quattro competenze chiave che definiscono il talento del futuro. La prima è la capacità di imparare e disimparare. Il mondo cambia rapidamente, e chi non è disposto a rivedere le proprie conoscenze rischia di rimanere indietro. La seconda è la curiosità, perché senza apertura al nuovo si perde la connessione con il mercato e con le evoluzioni tecnologiche. La terza è il pensiero creativo, fondamentale per trovare soluzioni innovative in contesti sempre più complessi. Infine, la capacità analitica è essenziale per raccogliere e interpretare i dati, prendendo decisioni informate. Queste quattro competenze sono la formula vincente per affrontare il futuro, sia per i singoli professionisti che per le aziende. Quando smettiamo di studiare? Quando saremo
morti. Fino ad allora, dobbiamo continuare a imparare.”

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