Un impegno insieme a tutti gli attori del Sistema Salute per favorire l’emergere di nuovi modelli sanitari value-based e piattaforme tecnologiche innovative
La salute (Health) è un diritto fondamentale dell’individuo (Human) e la realizzazione del suo carattere universalistico rappresenta per i sistemi sanitari di tutto il mondo una sfida prioritaria, in cui l’Italia continua a essere un esempio da seguire e una punta di diamante per la qualità dei suoi medici e professionisti sanitari, oltre che per il profondo legame tra la sua rete ospedaliera, un tessuto accademico d’eccellenza e una capacità manifatturiera tra le più avanzate al mondo.
Sono questi elementi che fanno dell’Italia uno dei punti di riferimento per il settore Life Sciences, con numeri che dimostrano la rilevanza del Bel Paese in termini di export oltre 49 miliardi di euro nel 2023 – e di investimenti nel settore, che hanno raggiunto i 3,6 miliardi nel 2023, di cui 2 in Ricerca e Sviluppo.
Eppure, in uno scenario globale sempre più competitivo, l’attrattività dell’Italia e dell’intera Europa rischia di perdere terreno di fronte a Stati Uniti, Cina e altri Paesi emergenti. In termini di sviluppo di nuove molecole, il peso dell’Europa si è ridotto di
10 punti percentuali tra il 2003 e il 2022 e le conseguenze riguardano non solo l’impatto in termini economici, ma soprattutto gli effetti sulla salute dei cittadini e sulla capacità dei sistemi sanitari di garantire alle persone un accesso equo e tempestivo alle risposte tecnologiche e terapeutiche più avanzate. In Italia, la qualità universalistica del Servizio Sanitario Nazionale è un tratto fondante su cui continua a concentrarsi la fiducia degli italiani e in particolare delle giovani generazioni. I risultati dell’indagine “Giovani e sanità: il futuro che vogliamo”, condotta da Astra Ricerche per Novartis Italia, evidenziano che quasi la metà degli italiani under 30 si dichiara convinto che, in caso di malattia o necessità mediche, il SSN possa offrire loro le più avanzate innovazioni scientifiche.
Questa fiducia si scontra, tuttavia, con la consapevolezza dei giovani sulle disuguaglianze che mettono a rischio l’accesso all’innovazione. Quasi la metà degli intervistati mette in evidenza le differenze geografiche nella qualità dei servizi sanitari disponibili. Secondo i dati EFPIA l’Italia si colloca al 10° posto in Europa per il tempo medio che intercorre dall’approvazione dell’European Medicine Agency (EMA) di una nuova terapia alla sua effettiva disponibilità al paziente e, dopo l’approvazione dell’Agenzia Italiana del Farmaco (AIFA), subentrano spesso disuguaglianze a livello regionale. Su questi temi si sta concentrando l’impegno dell’AIFA, che ha recentemente ridotto i tempi approvativi da circa 262 a 136 giorni, e di tutti gli attori coinvolti a livello italiano ed europeo nella ridefinizione dei processi di valutazione delle innovazioni e nella riforma della governance del settore. Da azienda da sempre impegnata alla frontiera dell’innovazione, in Novartis siamo consapevoli che il nostro lavoro debba andare oltre la ricerca e lo sviluppo di risposte terapeutiche sempre più avanzate. Per questo lavoriamo al fianco di tutti gli attori del Sistema Salute, per favorire l’emergere di nuovi modelli sanitari value-based e piattaforme tecnologiche innovative, mettendo le nostre competenze al servizio di tutti gli attori coinvolti per reimmaginare insieme la sanità del futuro.
In gioco c’è il valore e la centralità del fattore H, inteso come capacità di garantire anche in futuro la piena realizzazione del diritto alla salute (Health) delle persone (Human), mettendo l’individuo al centro di nuovi modelli di medicina basata sul valore, che superino l’attuale visione compartimentalizzata e realizzino la piena sinergia tra innovazione e sostenibilità.