Intervista a Laura Tosto, Vicepresidente di Valore D
Come Valore D lavorate insieme alle aziende per una cultura equa e inclusiva delle diversità. Ci spiega come?
“Valore D è la prima associazione di imprese in Italia impegnata per l’equità di genere e per una cultura inclusiva nelle aziende e nel nostro Paese. Fondata nel 2009 da dodici donne visionarie che ebbero l’intuizione di creare un’associazione di aziende che promuovesse l’equilibrio di genere all’interno delle loro organizzazioni e, grazie al loro impatto economico, nel mondo del lavoro in generale, l’associazione lavora oggi con oltre 380 aziende, grandi imprese ma anche PMI, offrendo strumenti concreti, formazione e best practice per promuovere ambienti di lavoro più equi e valorizzare il talento senza distinzioni. Inizialmente focalizzata sull’inclusione femminile, Valore D ha negli anni ampliato il suo raggio d’azione abbracciando altre diversità – quelle generazionale, culturale e dell’orientamento sessuale. Tuttavia, il tema della disparità di genere resta centrale, poiché i dati continuano a evidenziare il ritardo dell’Italia rispetto ad altri Paesi.
Lavoriamo su più fronti: con le aziende, per diffondere una cultura del lavoro più inclusiva; con le scuole, attraverso progetti come Inspiring Girls e Wanter, che aiutano i giovani a liberarsi dagli stereotipi e a scegliere il loro futuro senza condizionamenti; con le istituzioni, portando avanti proposte concrete per trasformare le dichiarazioni di principio in azioni reali.
Il cambiamento culturale richiede tempo, ma sappiamo che ogni passo avanti è una conquista. Ecco perché continuiamo a impegnarci, insieme alle aziende e a tutti coloro che credono in un mondo del lavoro più equo, perché solo così possiamo costruire un futuro più giusto per tutti.”
Secondo un rapporto Consob del 2023 le donne presenti nei consigli di amministrazione delle aziende quotate in borsa sono in aumento, ma le donne CEO sono ancora troppo poche, solo il 4% del totale. Come agire?
“Negli ultimi anni, grazie a interventi normativi come la legge del 12 luglio 2011 n.120 (c.d. legge Golfo-Mosca), è stato favorito l’ingresso delle donne nei consigli di amministrazione delle aziende quotate. Tuttavia, il dato relativo alla presenza femminile in ruoli apicali come CEO, che si ferma al 4%, e CFO, che raggiunge solo il 6%, evidenzia ancora un significativo divario da colmare.
Per affrontare questa disparità, è necessario lavorare sui pregiudizi e sugli stereotipi che mettono in dubbio le competenze delle donne nei ruoli decisionali. È fondamentale promuovere percorsi di formazione e studio che le indirizzino verso ambiti strategici, riducendo così le lacune percepite. Allo stesso tempo, molte donne incontrano difficoltà a conciliare carriera e maternità, spesso subendo rallentamenti professionali o la perdita del lavoro al rientro dalla maternità. Diventa quindi essenziale migliorare le politiche di sostegno, come l’accesso a servizi per l’infanzia e una maggiore flessibilità organizzativa, affinché le scelte personali non diventino un ostacolo alla crescita professionale.
Un altro aspetto cruciale è lo sviluppo di programmi di mentorship che supportino le donne nel credere nelle proprie capacità e le aiutino a candidarsi per ruoli apicali. È necessario che le organizzazioni incentivino il middle management femminile e promuovano una maggiore consapevolezza delle potenzialità delle donne, spesso meno inclini a proporsi rispetto ai colleghi uomini.
Infine, per ottenere un cambiamento concreto, è indispensabile una sinergia tra pubblico e privato. Solo un approccio coordinato che coinvolga istituzioni e imprese potrà garantire un sistema realmente inclusivo e bilanciato. In sintesi, il raggiungimento di una parità di genere nei ruoli decisionali richiede interventi integrati che combinino formazione, politiche di supporto e un profondo cambiamento culturale.”
La certificazione UNI/PdR 125 supporta le organizzazioni nel promuovere la parità di genere – certificazione che anche la sua azienda ha ottenuto. L’obiettivo è trasformare la cultura aziendale per costruire la propria visione strategica secondo un processo virtuoso, migliorandone e valorizzandone le performance individuali e organizzative. Quali sono stati i risultati?
“Esisteva già una certificazione europea sulla Diversity & Inclusion, che è stato il primo riferimento adottato dalla nostra azienda, in assenza di uno standard italiano come la UNI/PdR 125. Essendo un’azienda storicamente attenta a questi temi, e con una forza lavoro prevalentemente femminile, abbiamo sempre cercato di promuovere buone pratiche per conciliare lavoro e vita personale. Nel 2022 ci siamo certificati con la norma europea, mentre nel 2023 abbiamo integrato questa esperienza con la UNI/PdR 125, superando già il primo audit di rinnovo annuale.
La certificazione rappresenta un grande beneficio anche per realtà che lavorano da tempo su questi temi. L’intervento dell’ente certificatore, attraverso l’analisi dei processi aziendali e la misurazione di KPI specifici, stimola un miglioramento continuo, anche in aspetti o sfumature che internamente talvolta non sono pienamente affrontati. Questo confronto permette di individuare con maggiore precisione le aree su cui intervenire per progredire.
Oltre ai benefici interni, questi indicatori toccano anche la capacità dell’azienda di dialogare con le istituzioni e il territorio, favorendo la diffusione di una cultura inclusiva. Nel nostro caso, l’audit del primo anno ci ha mostrato quanto sia fondamentale non considerare mai il percorso concluso ma continuare a mettersi in discussione. Inoltre, abbiamo riscontrato un crescente interesse verso queste certificazioni anche nelle procedure di gara o nelle valutazioni da parte dei committenti, segno che il tema sta guadagnando rilevanza trasversale. Questo approccio rende possibile diffondere l’attenzione verso la parità di genere non solo all’interno di una élite di aziende particolarmente impegnate, ma come parte integrante di un cambiamento culturale più ampio nel Paese.”
In occasione dell’anno della presidenza italiana del G7 a Matera lei ha ricevuto il Premio Eccellenza Donne-Città dei Sassi. Qual è il segnale che vuole dare a tutte le donne che vogliono fare impresa?
“Il G7 di Matera tenutosi in ottobre del 2024 è stato un’importante occasione per discutere a livello internazionale temi legati all’inclusione femminile, non solo nelle posizioni manageriali, ma anche nel contesto imprenditoriale. Sebbene si registrino alcune eccellenze in Italia, grazie anche alla tradizione delle imprese familiari, i dati continuano a evidenziare difficoltà significative nell’accesso e nella permanenza delle donne in ruoli imprenditoriali. Non è semplice, infatti, rendere attrattivo il ruolo di imprenditrice per le giovani donne. Spesso si sottolineano le complessità e i sacrifici legati a queste posizioni, elementi che, sebbene realistici, rischiano di allontanare potenziali imprenditrici. Il premio conferito a me e ad altre imprenditrici lucane durante il G7 ha avuto proprio lo scopo di valorizzare le eccellenze del territorio offrendo un esempio positivo.
Tuttavia non basta celebrare chi ce l’ha fatta: è fondamentale condividere esperienze e percorsi per ispirare altre donne, dimostrando che nonostante le difficoltà l’imprenditorialità è una strada percorribile. È importante raccontare con onestà quali ostacoli si possono incontrare ma senza spegnere le ambizioni. Non servono supereroine, ma modelli concreti, esempi di donne che, con determinazione e spirito organizzativo, hanno raggiunto i propri obiettivi. Ogni storia di successo dovrebbe essere condivisa non in ottica autocelebrativa ma come fonte di ispirazione per altre donne. In questo momento, abbiamo bisogno di modelli positivi che mostrino che il ruolo di imprenditrice è realizzabile e che le difficoltà possono essere superate con caparbietà e organizzazione. Come imprenditrice del Sud Italia, mi sento particolarmente responsabile di trasmettere questo messaggio e prendo ogni occasione possibile per farlo. Credo che raccontare il proprio percorso imprenditoriale sia il modo più efficace per avvicinare altre donne al mondo dell’impresa, offrendo ispirazione e concretezza a chi desidera intraprendere questa strada.”
Qual è il messaggio che vuole lanciare alle donne?
“Alle donne mi sento di dire di sentirsi libere di seguire il proprio percorso e le proprie ambizioni, lavorando intensamente sulle competenze. In un mondo competitivo, è fondamentale avere una solida preparazione, non solo dal punto di vista tecnico-scientifico, cruciale in molti ambiti, ma anche sotto il profilo delle competenze relazionali. Bisogna investire su se stesse, sviluppando il proprio senso di sicurezza, perché solo così si potrà affrontare il proprio percorso con un atteggiamento realmente paritario rispetto ai colleghi. Costruire questa sicurezza e arricchire continuamente il proprio bagaglio di competenze è la chiave per aprire nuove opportunità e per affermarsi in qualsiasi ambito.”